Oggi leggeremo alcune poesie di un influente poeta italiano.
LA CHIAMO POESIA
Mi basta poco
per adeguarmi a quello che dice,
e quando succede,
lei sa che la stavo aspettando
a mente aperta,
come vuole lei,
perché possa entrare
e uscire a suo piacimento,
mentre io sto lì
a fissare i suoi movimenti
con le parole
che arrivano e vanno
veloci: non posso distrarmi,
perché lei non vuole ripetersi,
e quando va via, lo fa
come se non dovesse
tornare più.
Lo so che le piace cambiare,
perché non cerca la verità,
nonostante dica tutto
quello che ogni tempo ha
a disposizione,
e lo fa a parole sue
o che diventano sue:
le sue figlie naturali di oggi
saranno domani
figlie adottive di tutti,
e insieme sfileranno
sulla pagina bianca,
sempre un passo avanti
a scandire le voci del mondo.
UN BAMBINO
Gli hanno detto
che può farli volare
come gli uccelli
quando puntano il verme,
ma i proiettili non hanno le ali
né un cuore
che rimescoli sangue.
Ibrahim
ancora non sa
che sotto i cieli di Gaza
stridono uccelli funesti,
dal cuore d’acciaio.
SOLO PER I NOSTRI OCCHI
A pennellate larghe
come passi di un tango
spargi il respiro della radura
dentro il bosco del dubbio.
Svezzi tutti gli slanci
che mi imprimi sul petto
dopo averli concepiti
pronunciando il mio nome,
senza chiederti
da dove veniamo
e in quale vuoto
finirà il nostro salto.
Parli come sapessi da sempre
le confidenze
in cui la vita si spoglia
per farci cadere da umani,
e senza svelare la rotta,
provi a confondere
le spire che il tempo
stringe
per poterci imbracare.
Basta guardarti
per sapere che darsi
è l’unico dono
che non toglie ricchezza.
TORNANTI
Sogno il mare. Che ancora mi sveli
il petto incostante, le possibilità.
Sogno il mare, da lontano,
da un paese che non mi appartiene,
e lo specchio che ho di fronte
mi rimanda la sagoma ingombrante del salice
che dietro la portafinestra
si accovaccia su radici malamente interrate.
LA MUTA
Comunque ti volti,
vedo sempre la schiena
che perde un petalo, un altro,
e poi resta nuda corolla,
senza l’odore che da poco
giocava a darmi il respiro,
dettando slanci e pensieri
che ho imparato a mischiare
prima di farli sorridere al vento.
Dovunque finisci,
confondo il tuo volto
col taglio che fa l’orizzonte,
e dopo c’è solo un riflesso,
che allunga i ricordi
e li appende al tramonto.
MADRE
Stavolta manca
la guida del tuo dio,
che ha mostrato
come aprire
le braccia alla morte,
ma non alla malattia.
Soffro nel vederti sgomenta,
umana come una qualunque,
senza l’esempio
che sempre
ti aspetti dall’alto.
SCIVOLI
È facile mimare le vocazioni dell’egoismo,
basta ammutolire la coscienza e la sete va libera
come una bimba nel primo giardino:
la mano si allunga, compulsiva nel prendere,
e senza uno specchio più largo della faccia,
restano dietro persino i fanghi del rimorso.
PRINCIPIO E FINE DI NON CONTRADDIZIONE
Scelgo le forme
che non hanno bisogno di scopi
per descrivere
quello che sento,
e oltre le frontiere della ragione
mi vengono incontro
parole senza fissa dimora,
disposte a fermarsi
il tempo di una poesia
per riempirsi di un senso
se saprà appassionarle,
al di là di ogni coerenza illusoria,
che in troppi altri discorsi
è tristemente tollerata
come un oracolo
solo per paura di impazzire.
COME ERA IN PRINCIPIO
Da bambina giocavi ad alzare
e ad abbassare lo sguardo,
per distinguerlo
da quello fisso della bambola
che era stata già di tua madre
e di tua nonna, e così
ti sentivi grande.
Quando sei cresciuta,
troppe volte hai abbassato
il tuo sguardo da bambina
dopo averlo alzato,
ma non più per gioco,
e ti sei sentita ogni volta
piccola come mai prima.
FIGLI DELL’UOMO
L’avevano vista scappare,
la verità, da una bocca all’altra,
senza che nessuno
riuscisse a dirla:
avevano pronunciato
le parole che sapevano,
combinandole in tutti i modi,
ma non era servito a niente.
Avevano anche provato
a coprirla di fango
affinché svelasse un corpo
come ce l’avevano loro,
da sottomettere
alla bocca più esperta,
ma ancora una volta
ne uscirono solo bugie.
Prima di arrendersi,
finsero di averla apprezzata
in una voce lontana.
Solo a quel punto, la verità
si fece sentire, e loro capirono
che forse era meglio
continuare a mentire.
Curriculum bibliografico Alessandro Russo
Alessandro Russo pubblica nel 2016 la sua prima silloge poetica “Sono Angelica e sfilo col vento”(Cicorivolta Edizioni), con cui nel 2019 vince il Premio Letteratura dell’Istituto Italiano di Cultura di Napoli, e l’anno successivo arriva secondo al Premio Città di Arcore e terzo al Premio Nika Georgievna Turbina.
- Con il suo secondo libro di poesie “Finché il sangue non ci separi” (Leonida Edizioni, 2022), presentato al Salone Internazionale del Libro di Torino, al Festival di Venosa “Borgo d’Autore”, allo “Xenia Book Fair” di Reggio Calabria, alla rassegna “Ricomincio dai Libri” di Napoli, al “Campania Libri Festival” di Napoli e al “Dima Book Festival” di Roma, vince il Premio Rosmini, il Premio Letteratura dell’Istituto Italiano di Cultura di Napoli, il Premio Poesia all’Ithan Show Award, arriva secondo al Premio di Poesia e Narrativa Alda Merini e al Premio Persephone, terzo al Premio Antica Pyrgos, riceve il premio speciale della giuria al Premio Astrolabio e al Premio Samnium, la menzione d’onore al Premio Il Canto di Dafne, al Premio The Alchemy of Poetry, al Premio Le Grazie, Porto Venere, La Baia dell’Arte e la menzione speciale al Premio Assosinderesi Awards, al Premio Dostoevskij, al Premio Litterae Fiorentinae e al Premio Città di Sarzana. È candidato al Premio Strega Poesia 2023.
Dal 2022,
Alessandro Russo fa parte della giuria del Premio Decumani e dal 2023,
della giuria del Premio La Settimana dello Scrittore. Da settembre 2023
conduce la rassegna “Chiamalapoesia” presso la Libreria Libertà di Torre
Annunziata e dallo scorso aprile collabora con la rassegna “Lapilli poetici”
presso il Museo MATT di Terzigno, ospitando in ambo i casi, con un
appuntamento mensile, sia poeti noti che poeti alla loro prima pubblicazione.
Il 25
novembre 2023 (giornata mondiale contro la violenza sulle donne) è testimonial
della campagna contro la violenza sulle donne, interpretando la sua poesia
“Come era in principio” e poi posando per un servizio fotografico a tema.
A febbraio
di quest’anno, sempre col libro “Finché il sangue non ci separi”, è
ospite di Casa Sanremo Writers, il salotto del Festival di Sanremo dedicato
agli scrittori.
- Il 7 maggio riceve a Chieti il Premio alla Cultura Luca Romano e il 17 maggio a Roma è insignito del Premio alla Carriera Omaggio a Pasolini.
- Il 29 giugno presenta “Finché il sangue non ci separi” e riceve il Diploma di eccellenza al Festival Internazionale di Letteratura di Targu Lapus (Romania).
L’11 novembre ha ricevuto a
Bucarest, il Premio Poesia della Fondazione Hesperus.
Recita in due rappresentazioni teatrali:
“Pregiudizio universale”, la cui prima si è tenuta a San Giorgio a Cremano, nel
teatro dove si esibiva agli esordi, Massimo Troisi, e “Il Bidone” che andrà in
scena dal 2025, in un tour che toccherà varie location italiane.
Il 30 novembre avrà l’onore di presentare le sue poesie nella Casa Museo della grande poetessa italiana Alda Merini, scomparsa nel 2009, e il 7 dicembre gli verrà conferito, a Roma, il “Riconoscimento al Merito in Poesia e della Critica in semiotica estetica da parte dell’Accademia Internazionale di Significazione Poesia e Arte Contemporanea.