Laura Pavia
Dear readers, today we will read poems an influential Italian poet Laura Pavia in English and Italian versions.
Pain...is worth a destiny
Tolls a bell like the nightthat falls from sky to close a pain,
and meanwhile the silent light
of the moon extends between things
to comfort of wounds that do not
heal, already congealed to the bones
as well as on the walls of the soul,
where wears out the wait for time.
Pain does not deceive a life,
travels meeting you. And you do it
prayer and shelter, cross it
already breathless, it's worth a destiny.
It's a different path than not
it betrays, changes time and reason
until hope, until comfort
in the land of time and stillness.
The extinguishing of death
Consumes words time
and sometimes silence happens
without dazzling. Then rest.
I would like the comfort of the evening,
a light voice that touches
the senses without shadows, alone
the passing away of death.
Like the sea, the desert, the skies
grow up life asking
on days different borders,
beyond the measure of all faith,
beyond the memories of the lands and
together the names of another yesterday
of fathers, children and women.
And the days of pain do not rest
they flow with blood, without tears.
I lift my head and see: again
enchant the present of affections;
it gives breathing space to gestures and is time
the measure, the other silence.
Enough to be happy
Is fresh the air
that dresses things in the evening.
One step beyond the shadows
breaks your thoughts,
disperses the voices
distant and on pain
calm down.
Sheds lighter the moon
along the line
that breaks the earth.
Everything beside is,
it has strength
of light things,
enough to be happy.
Silence again
Something falls in the night
awakening that opaque
feel of man. It comes
settling softly in the doorway
where the shadows wait
without ever seeing the light,
it comes to bring a lamp
that shakes in death and touches
the tears to burn the pain
here of a pricking nail.
Is running out the time for new words
which mix ruins and resurrections.
It says it's finally peace
in blood meeting the sun,
silence counts again:
it asks questions and doesn't add,
forces deceptions and from the shadows
a destiny doesn't let you sleep.
It's like a noise
far away, to mark a life,
to escape time behind death.
You are, wandering among the shadows
of a God, to burn that void
of the nothingness that attracts life
breaking. If I could, drunk,
keep me in the dark like almost
nothing and wars on us
like thoughts, I would know
that I still don't know how to die.
To open a destiny
To know life
I dismember the unfathomable
next to nothing, and
any way else
it does not grant paths to shadows.
Real time holds
the death that wades
the endless torment
how to penetrate a mystery
that sickens a stillness;
by mistake a thought
escaping the pain,
that place where it grows
ever further away a destination,
like a faith that’s enough
to overcome death.
We cover the ashes
because the void holds us
to miss the evening
to demand a hearing
to fill the space of us
no escape everywhere broken down.
Let the sea come and crowd
the dust of bones,
come and disperse death
to shatter the shadows,
to open a destiny.
The wind
Has a body the wind,
advances to the place of evening,
raises the dust,
weighs heavily among men,
it doesn't let it fall.
It's the hand that
the desert grows old,
reopens his eyes,
restores souls,
teaches you to bow
the gaze on faith
like a thought
that keeps alive
and leads through the impervious,
to handle the precarious situation
of the human substance.
Death exists
that swallows in black
the dazzles of all power,
there are skies in which
existences struggle,
like a whisper
they look out while remaining
still in the corners.
The look of a thought
I feel painfully alive
the look of a thought
that insists on ash
this night, relentless
blaze on death granting
in time the space of a stillness
what a torment. It's a space
to escape the reasons
of a life, a paved road
where existence wearies,
bends, deceives and breaks
without remedy: fills
the eyes of moments later
which overflow to the point of deceiving
to keep the blood still.
The infatuation of death
We drag ourselves restlessly
in a lie: it won't be
the truth possible, just saying
something that forces you to live
granting a valid outside
an idea, like a hug
that shakes and overturns souls
now overcoming the infatuation
of death.
The song of the moon
Fills the night
the song of the moon,
touching lips
of poets and pain
forces torment
falling without altars.
Now the silence
it's no longer in a hurry,
the door does not welcome
more noises and things
they get confused outside
to shed light inside
that vertigo
with eyes open,
where death does not heal.
At night words
imprison the shadows
and at last the desert
it is a thing within nothingness.
This evening
Touches death the light this evening:
it opens a door where a woman falls
while distrusting the world around
and of the stars that touch far away
the face of a man who does not complete.
Pale the rest puts an idea around its neck
without understanding. In silence cast no shadow
words and life already beaten
tightens, death thickens
and no poetry finds
in the morning a knot that closes
silence forever.
Italian Version
Il dolore…vale un
destinoRintocca una campana come la notte
che cade dal cielo a chiudere il dolore,
e intanto il chiarore silente
della luna si stende tra le cose
per confortare di ferite che non
rimarginano, già rapprese alle ossa
così come alle pareti dell’anima,
dove logora l’attesa del tempo.
Il dolore non inganna una vita,
percorre incontrandoti. E tu ne fai
preghiera e riparo, l’attraversi
già senza fiato, vale un destino.
È un sentiero diverso che non
tradisce, muta il tempo e la ragione
fino alla speranza, fino al conforto
nella terra del tempo e della quiete.
Lo spegnersi della morte
Consuma le parole il tempo
e a volte il silenzio succede
senza abbagliare. Poi il riposo.
Vorrei il conforto della sera,
una voce leggera che sfiori
i sensi senza ombre, solo
lo spegnersi della morte.
Come il mare, il deserto, i cieli
crescono la vita a chiedere
nei giorni confini diversi,
oltre la misura di ogni fede,
oltre i ricordi delle terre e
insieme i nomi di un altro ieri
dei padri, dei figli e delle donne.
E i giorni del dolore non riposano
scorrono col sangue, senza pianto.
Sollevo il capo e vedo: ancora
incanto il presente d’affetti;
concede respiro ai gesti ed è il tempo
la misura, l’altro silenzio.
Basta a essere felici
È fresca l’aria
che a sera veste le cose.
Un passo oltre le ombre
rompe i pensieri,
disperde le voci
lontane e sui dolori
posa la quiete.
Fa più luce la luna
lungo la linea
che infrange la terra.
Tutto è accanto,
possiede la forza
delle cose leggere,
basta a essere felici.
Di nuovo il silenzio
Qualcosa cade nella notte
risvegliando quell’opaco
sentire dell’uomo. Viene
posandosi piano sulla soglia
dove le ombre attendono
senza mai vedere la luce,
viene a portare una lampada
che scuota nella morte e tocchi
le lacrime a bruciare il dolore
qui di un chiodo che punge.
Stringe il tempo di nuove parole
che mescolano rovine e resurrezioni.
Dice che finalmente è pace
nel sangue incontro al sole,
di nuovo conta il silenzio:
fa domande e non aggiunge,
costringe gli inganni e dalle ombre
un destino non lascia dormire.
Si sta così come un rumore
lontano, a segnare una vita,
a fuggire il tempo dietro alla morte.
Si sta, vagando tra le ombre
di un Dio, a bruciare quel vuoto
del niente che attira la vita
spezzando. Se potessi, ubriaca,
tenermi al buio come quasi
niente e addosso le guerre
come pensieri, saprei
che ancora non so come morire.
Ad aprire un destino
Per sapere la vita
smembro l’insondabile
accanto al nulla, e
qualsiasi via di altro
non concede percorsi alle ombre.
Il tempo vero regge
la morte che guada
senza fine il tormento
come penetrare un mistero
che ammala una quiete;
per errore un pensiero
sfuggendo al dolore,
quel luogo in cui cresce
sempre più lontano la meta,
come una fede che basti
così a superare la morte.
Copriamo le ceneri
perché il vuoto ci regge
di mancare la sera
di pretendere udienza
a colmare lo spazio di noi
senza scampo ovunque scomposti.
Venga il mare ad affollare
la polvere delle ossa,
venga a disperdere la morte
a frantumare le ombre,
ad aprire un destino.
Il vento
Ha corpo il vento,
avanza nel luogo della sera,
solleva la polvere,
pesa tra gli uomini,
non lo lascia cadere.
È la mano che
invecchia il deserto,
riapre gli occhi,
restituisce le anime,
educa a inchinare
lo sguardo alla fede
come a un pensiero
che tiene in vita
e conduce per l’impervio,
a reggere il precario
dell’umana sostanza.
Esiste la morte
che inghiotte nel nero
gli abbagli d’ogni potere,
esistono cieli in cui
le esistenze faticano,
come un sussurro
si affacciano restando
ancora negli angoli.
Lo sguardo di un pensiero
Sento dolorosamente vivo
lo sguardo di un pensiero
che insiste sulla cenere
questa notte, implacabile
vampa sulla morte concedendo
al tempo lo spazio di una quiete
che tormenta. È uno spazio
per fuggire le ragioni
di una vita, una strada sberciata
dove l’esistenza si affatica,
piega, inganna e spezza
senza rimedio: riempie
gli occhi di attimi dopo
che straripano fino a ingannare
per conservare il sangue ancora.
L’infatuazione della morte
Ci trasciniamo inquieti
in una menzogna: non sarà
possibile il vero, solo dire
qualcosa che costringe a vivere
concedendo un fuori che valga
un’idea, come un abbraccio
che scuota e rovesci le anime
superando ora l’infatuazione
della morte.
Il canto della luna
Riempie la notte
il canto della luna,
toccando le labbra
dei poeti e il dolore
costringe il tormento
cadendo senza altari.
Ora il silenzio
non ha più fretta,
la porta non accoglie
più rumori e le cose
fuori si confondono
a far chiarore dentro
quella vertigine
a occhi aperti,
dove la morte non guarisce.
Di notte le parole
imprigionano le ombre
e finalmente il deserto
è una cosa dentro il nulla.
Questa sera
Tocca la morte la luce questa sera:
apre una porta dove cade una donna
mentre diffida del mondo intorno
e delle stelle che lontano toccano
il viso di un uomo che non completa.
Pallido il resto mette al collo un’idea
senza capire. In silenzio non fanno ombra
le parole e già percossa la vita
si stringe, la morte si addensa
e nessuna poesia ritrova
al mattino un nodo che chiude
per sempre il silenzio.